giovedì 28 aprile 2016

Mi casa es tu casa/Here comes the sun!








 ... Ma chi l'ha detto "Aprile, dolce dormire"? Forse uno che aveva sonno da recuperare o magari un pigrone, di quelli che russano dovunque appoggino la testa. Noi invece vi diciamo: "Aprile, uscire, uscire"! Aprite le finestre, fate entrare il sole, andate a fare lunghe passeggiate (tutte le volte che potete), assorbite la luce della primavera e fatene scorta per il prossimo inverno. Accumulate profumi, suoni, chiacchiere con gli amici, date ai bambini altre viste che non siano gli schermi di un computer e regalate loro momenti di inebriante senso di libertà!

Fonte: Morguefile
E se fate un picnic, portatevi dietro questa brioche: è una delizia!! Saporita, soffice e ricca di verdure, perfetta per accompagnare un pranzetto in mezzo alla natura (voi però cuocetela meno di me, che per un momento di distrazione l'ho fatta colorire troppo...).
Buona Primavera!



TRANCIO ALLA PROVENZALE
(dal libro "200 ricette per il pane", con qualche piccola variazione)

Ingredienti

2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiai colmi di erbe aromatiche tritate, quali timo, origano e rosmarino 
(io ho usato un mix di erbe aromatiche già pronto, di quelli per arrosti)
75 gr di parmigiano grattugiato
250 ml di latte (io di riso)
1 cucchiaino di sale
350 gr di farina 0
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaino di lievito di birra disidratato

Per la farcitura:

5 cucchiai di pasta di pomodori secchi 
(io ho comprato i pomodori secchi sott'olio e li ho frullati fino a ottenere una pasta)
350 gr di verdure miste grigliate, quali peperoni, zucchine e cipolle
2 cucchiai di olio evo
latte, per spennellare
25 gr di parmigiano grattugiato
sale e pepe
Foglie di basilico

Impastate gli ingredienti per la brioche, iniziando con la farina, il formaggio, lo zucchero, gli aromi e il lievito e unendo pian piano il latte e l'olio. Amalgamate un pochino gli ingredienti, aggiungendo per ultimo il sale e impastate fino ad avere un impasto bello liscio e morbido (potete anche usare la macchina del pane o un'impastatrice).

Lasciate lievitare coperto al caldo per 1 ora, 1 ora e mezza (a seconda della temperatura che c'è nella stanza).

A questo punto riprendete l'impasto, rovesciatelo su un piano infarinato e stendetelo formando un quadrato. Cospargete con la pasta di pomodori e distribuite le verdure arrostite e qualche foglia di basilico spezzettata. Irrorate con l'olio, un pizzico di sale e di pepe.

Arrotolate l'impasto in modo da racchiudere il ripieno all'interno e dividetelo in 10 fette spesse. Disponete sfalsate le fette su una grossa piastra da forno unta, appoggiandole l'una sull'altra in modo che il ripieno sia visibile. Coprite con la pellicola unta e fate lievitare circa 40 minuti.
Spennellatelo con il latte e distribuiteci sopra il parmigiano.

Cuocete a 180°-190° per circa 20-25 minuti (fate attenzione, perché il tempo dipende dal vostro forno), finché non è ben gonfio e dorato. Servitelo diviso in fette.

Ce la gustiamo, ascoltando come sempre una canzone speciale: Here comes the sun, nella versione dolcissima di Nina Simone


lunedì 25 aprile 2016

La veranda


Una veranda. Un pomeriggio assolato, il silenzio del tepore primaverile; un bicchiere di tè, un buon libro e magari un dondolo o un'amaca su cui rilassarsi un po'... 
Noi di unacasaamodomio inauguriamo una nuova rubrica e una nuova stanza: la veranda. Un posticino tranquillo in cui fermarsi un attimo e dedicarsi del tempo per assaporare la bellezza, la poesia, la musica. 
Speriamo davvero che chiunque passi da qui possa condividere con noi la gioia di un momento di piacere...
Che dite, entrate e vi sedete qualche minuto con noi?

fonte Pixabay

Ci farà da sottofondo questa delicatissima aria di Kitaro, che dà proprio l'idea di qualcosa, dentro e fuori, che si risveglia: Planet

Oggi parla Gabri, con i suoi delicati haiku

  
 fonte Pixabay

 
fonte Pixabay
 

fonte Pixabay



giovedì 21 aprile 2016

Una casa a modo mio, in un Mondo Nuovo - Capitolo 2: la burocrazia

Torniamo oggi con il racconto dell'avventura di Francesca, parleremo di burocrazia e delle difficoltà incontrate nella prima fase del progetto.
Buona lettura e... non demordete: sappiamo già che ci sarà un lieto fine! ;)

Secondo passo: la burocrazia
Dopo aver visto tanti terreni differenti e aver finalmente trovato quello giusto, eravamo solo all'inizio.Una volta comunicato all'agenzia che eravamo interessati all'acquisto del terreno abbiamo fatto la nostra proposta di acquisto al venditore. Trattandosi di terreno agricolo, c'era da espletare la pratica della "prelazione agraria"dopo che il venditore aveva accettato la nostra proposta: prima di poter effettivamente acquistare un terreno agricolo bisogna avvisare i confinanti coltivatori diretti che il terreno sta per essere acquistato a quella determinata cifra. I confinanti ricevono questa comunicazione e possono decidere se essere loro ad acquistare: hanno infatti la precedenza in quanto coltivatori diretti e in quanto confinanti (questo per evitare il più possibile la frammentazione dei terreni). L'agenzia ha inviato le raccomandate e abbiamo aspettato 30 giorni sperando che nessuno fosse interessato a quello che noi già chiamavano 'il nostro terreno'.
Così è stato e siamo potuti andare avanti con l'acquisto.Ma non era ancora finita: per poter costruire su un terreno agricolo è necessario essere coltivatori diretti o imprenditori agricoli ed è stato così che ho effettuato anche tutta la burocrazia presso Inps e Camera di Commercio per diventare un coltivatore diretto.Nel frattempo ci stavamo guardando intorno per trovare la ditta che avrebbe costruito la nostra nuova casa della quale stavamo mettendo a punto il progetto. Era bello andare sul terreno e mettere picchetti per immaginare la posizione della nostra futura casa...

Ricordo ancora la data in cui finalmente ci siamo seduti dal notaio e abbiamo firmato l'atto di acquisto: era il 30 maggio del 2012, cinque mesi dopo la prima, folgorante, visita al terreno.Usciti dallo studio del notaio nella nuova veste di proprietari terrieri, era giunto il momento di affrontare una nuova burocrazia, quella del comune e del genio civile per l'approvazione del progetto della casa.Anche questa è stata una lunga avventura: abbiamo impiegato nove mesi per avere la concessione edilizia, tant'è che la chiamiamo affettuosamente "il nostro terzo figlio". Consegni il progetto e ti vengono richieste, con calma, modifiche e integrazioni:
"la relazione del geologo c'è? Le fondazioni della casa vanno progettate a seconda del tipo di terreno su cui si costruisce. E la relazione dell'agronomo c'è? Se costruite su un terreno agricolo è perché siete agricoltori, quindi vi serve l'agronomo che vi faccia un piano colturale."
Porti tutti i documenti e si accorgono che ne manca un altro, per ottenere quello ne serve uno senza il quale la catena si interrompe, passi da un ufficio all'altro come una trottola... ma alla fine esci vittorioso sbandierando la tua concessione edilizia come un trofeo!
Eravamo ufficialmente autorizzati a cominciare i lavori, ma di questo parleremo nella prossima puntata... :) 

lunedì 18 aprile 2016

In giardino: accogliere le farfalle

credits
Il segreto non è prendersi cura delle farfalle, ma prendersi cura del giardino, affinché le farfalle vengano da te. [Mario Quintana]

Se c'è un insetto che mi affascina quello è sicuramente la farfalla. 
Passerei ore a guardarle planare delicatamente da un fiore all'altro, a osservarle posarsi e succhiar nettare, a perdermi nei loro fantastici colori.
Qualche anno fa siamo andati a visitare la caldissima Casa delle Farfalle a Collodi (PT), situata all'interno del Giardino Garzoni: per i bambini è stata una fantastica esperienza (e tra i bambini mi conto anch'io, che sono stata tutto il tempo a bocca aperta tra quegli esseri alati da favola) e da allora ho sempre pensato a quanto sarebbe stato bello avere la possibilità di vederle più spesso, quelle farfalle, cercando di ricreare un habitat che per loro fosse ottimale...

regalatevi questi 2 minuti e 50 di meraviglia...

Se si cerca in giro (il web è come sempre una risorsa veloce e pratica) si possono trovare molte guide, alcuni kit per allevare le farfalle a casa nostra e diverse indicazioni per attrarre le farfalle nel nostro giardino o sul nostro balcone: i fiori più adatti, le tecniche e i trucchi che porteranno il più possibile vicino a noi i colori e la leggerezza delle farfalle che vivono nelle nostre zone.

Come attrarre le farfalle (grazie ai suggerimenti di greenme.it)


  • Importantissimi sono - ovviamente - i grandi fiori colorati: le farfalle non hanno olfatto, quindi si fanno guidare dai colori vivaci delle fioriture
  • Anche l'esposizione è fondamentale: un giardino esposto a sud e in pieno sole è l'ideale, ma non demordete se il vostro è esposto diversamente... tentar non nuoce!
  • Fare una ricerca sui tipi di farfalle che vivono nella vostra zona: in base a questo sarà possibile scegliere le piante più adatte, quelle di cui esse si nutrono o su cui depongono le uova
  • Preferite fiori con molto nettare e con fioriture prolungate: il tempo delle farfalle durerà di più
  • Alcuni dei fiori più adatti sono: rose, gerani, gigli, petunie, dalie, girasoli, mirtilli, lillà, calendule, violette, tagete, impatiens. Regina del giardino delle farfalle è la buddleja davidii o albero delle farfalle, la cui fioritura prolungata (e profumata) per tutta l'estate attira le farfalle più di ogni altro fiore. In tutti i casi, più il giardino avrà fioriture differenziate più saranno diversi gli ospiti che potrà accogliere
  • Importante anche considerare il nutrimento dei bruchi: aneto, finocchio, carota selvatica, trifoglio e prezzemolo per esempio sono tra le piante di cui sono più golosi i bruchi di alcune specie
  • Nel progettare il giardino tenete conto che le farfalle hanno bisogno di pietre, che si scaldano al sole e permettono loro di fare basking (di scaldarsi al sole) e di cespugli bassi che possano ripararle dal vento

Un buon manuale pratico per imparare tutto quello che c'è da sapere per iniziare è quello degli Amici della Terra, che trovate qui in formato pdf.

Allora, pronti ad accogliere tutte le farfalle del mondo?

lunedì 11 aprile 2016

Quello che ci piace | Aprite le finestre

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Dentro un raggio di sole che entra dalla finestra, talvolta vediamo la vita nell'aria.
E la chiamiamo polvere.
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giovedì 7 aprile 2016

Una casa a modo mio, in un Mondo Nuovo - Capitolo 1: come è nato il progetto

Cominciamo oggi una nuova rubrica: Una casa a modo mio, in un Mondo Nuovo. (Troverete tutti i post della rubrica qui)

Parlerà Francesca, che avete già conosciuto qui: ci racconterà l'avventura dell'andare a vivere in campagna un passo alla volta, partendo da come è nata l'idea fino ad arrivare a come la sua famiglia ha affrontato le varie tappe della ricerca del luogo e della costruzione di un sogno.
Sarà un appuntamento interessante e potrà aiutare chi come Francesca e la sua famiglia ha voglia di cambiare aria e magari anche vita... ;)


Cosa vedo dal giardino
Come è nato il progetto
Un’estate mio marito ed io abbiamo cominciato a parlare di come sarebbe stato bello trasferirci a vivere in campagna. Immaginavamo una casa immersa nel verde, isolata, autonoma dal punto di vista energetico e con un terreno intorno da sfruttare per diventare autonomi anche dal punto di vista alimentare. Mio marito è appassionato di energia alternativa, quindi immaginava un impianto fotovoltaico per avere corrente elettrica dal sole, pannelli solari termici per avere acqua calda sempre grazie al sole - perché no anche una pala eolica per sfruttare, oltre al sole, anche il vento.Io invece immaginavo l’orto dove avremmo coltivato le verdure da mangiare e una struttura da adibire a bed&breakfast dove  
ospitare turisti e servire colazioni fatte in casa. In quel periodo mio marito lavorava a Roma come dipendente, io ero momentaneamente mamma a tempo pieno di due bimbi di 3 e 5 anni. Il progetto era quindi reso possibile dal fatto che, trovando un terreno non troppo lontano da Roma mio marito poteva tranquillamente raggiungere il suo posto di lavoro, mentre io non avevo vincoli da questo punto di vista.
Una volta passata l’estate a fantasticare, durante l’autunno abbiamo iniziato a muoverci per realizzare questo sogno.Cercavamo annunci di terreni agricoli in vendita, prendevamo appuntamento con i venditori e dedicavamo il sabato e la domenica a visitare i terreni. I week end erano diventati per noi delle gite in campagna: un paio di appuntamenti la mattina, pranzo in un agriturismo incontrato lungo la strada, un altro paio di appuntamenti il pomeriggio.
Molti dei terreni che abbiamo visto non erano adatti al nostro scopo: troppo piccoli, troppo frammentati, inedificabili, troppo in pendenza, troppo lontani da un qualunque centro abitato. Mio marito controllava le caratteristiche del terreno, l’esposizione, la pendenza, la presenza di eventuali pozzi o manufatti, mentre io controllavo che ci fossero scuole e farmacie nelle vicinanze oltre a un bel panorama.
Poi un bel giorno, lo abbiamo visto: c’era tutto quello che cercavamo, un grande uliveto pianeggiante, prati, un pezzetto di bosco, un pozzo, un’ottima esposizione a sud, il centro abitato con scuola, farmacia, negozi a tre minuti di macchina. Il prezzo rientrava anche nel nostro budget quindi era proprio il terreno perfetto. Amici e parenti nel frattempo ci incoraggiavano molto nella nostra ricerca con frasi del tipo “Ma voi siete matti”, “dove vi andate a cacciare”, “volete andare a vivere fuori dal mondo”...
Ma noi non ci siamo lasciati intimidire ed è così che oggi posso raccontarvi la nostra storia seduta nel giardino che si affaccia sull’uliveto a due passi dal bosco...

Le obiezioni 
Come dicevo, amici e parenti ci hanno preso per matti quando abbiamo dato il via alla nostra ricerca. Le principali obiezioni che ci venivano fatte erano:
  • "Andate a vivere fuori dal mondo!"
La gente associa la vita in campagna con una vita da eremiti. Nulla di più falso! Vivere in un paese di campagna significa proprio il contrario. Ho vissuto anni in un condominio senza sapere il nome delle persone che abitavano sopra di me nel palazzo, ma dopo qualche settimana in campagna avevo già conosciuto diverse famiglie che erano venute a darci il benvenuto. È proprio in città che, nonostante il gran numero di persone, si rischia di vivere in mezzo a estranei. In un paese invece c'è molto più contatto, più vita sociale. 
  • "Impiegherete un sacco di tempo per arrivare in città!"
Anche questo è un mito da sfatare. Noi vivevamo in una cittadina di provincia e per andare a Roma impiegavamo un tempo variabile dai tre quarti d'ora alle due ore per compiere un tragitto che a strade vuote si percorre in mezz'ora. In città poi a causa del traffico si può impiegare un sacco di tempo per arrivare a destinazione. Da dove viviamo noi, invece, grazie alle strade ad alto scorrimento arriviamo a Roma in modo rapidissimo. Paradossalmente ora che viviamo più lontano da Roma, impieghiamo meno tempo per arrivarci!
  • "Non ci vedremo più!"
Chi vi ama il tempo per vedervi lo trova, quindi il fatto di andare a vivere più lontano dai vostri amici non ve li farà affatto perdere.
  • "Non sapete nulla di vita contadina, la terra è bassa, non sapete gestirla"
Ecco, finalmente una critica sensata. Siamo piuttosto ignoranti in fatto di agricoltura, ma impariamo in fretta. In paese poi abbiamo avuto la fortuna di conoscere persone gentili e generose che ci hanno insegnato volentieri quando chiedevamo informazioni.
Cosa dire? Sono sicura che il racconto di Francesca sarà interessante per tutti: molti di noi hanno questo sogno da sempre e non hanno idea di come metterlo in pratica, o hanno paura di non riuscire nell'impresa... ecco, magari leggendo questa storia troveranno il coraggio di fare il primo passo e il resto verrà da sé. 
In ogni caso, sapere che SI PUÒ FARE, sarà un messaggio positivo per ognuno di noi!

venerdì 1 aprile 2016

Aprite le finestre, è primavera!

Primavera!
Voglio fare con te
quello che la primavera fa con i ciliegi.

(Pablo Neruda)
Ieri sera, uscendo in giardino per scuotere la tovaglia e donare briciole al nostro amico pettirosso, ho finalmente respirato Primavera. Succede così, da un momento all'altro: un attimo prima non c'era e poi eccola, la senti nell'aria, la vedi intorno a te, la senti - finalmente - nel cuore.
E allora perché non sceglierla come tema del mese? Cominciamo a uscire fuori, a vivere gli spazi esterni della nostra casa, se li abbiamo, e se non li abbiamo creiamoli da soli: a volte basta anche solo un davanzale per fare 'giardino'.
Vedremo finestre aperte, questo mese, annuseremo profumi che riempiono l'aria, curioseremo nei giardini e... e ci sarà anche qualche sorpresa! 
Forza, cosa aspettate? Correte ad aprire quelle finestre, fate entrare Primavera! :)